26 April 2016

Viaggio alle origini dello street food

C’è chi crede sia l’icona del terzo millennio. Chi un fenomeno di lifestyle. Ma il cibo da strada è davvero un nuovo modo di nutrirsi?

Fileni
Viaggio alle origini dello street food

Atene, più di tremila anni fa. Tra le vie della polis si odono urla provenienti da affollati baracchini. Sono venditori ambulanti, simili a quelli dei nostri giorni. Il loro lavoro? Sfamare le persone con saporite minestre di fave e zuppa calda di ceci. Potrebbero essere dei foodies ante-litteram, o dei rustici chef della tradizione, fatto sta che questi baracchini sono considerati i padri dello street food. Proprio da qui (e da questi sapori) nasce la storia del cibo da strada: un vero e proprio viaggio nel tempo che cercheremo di percorrere rigorosamente… on the road.

Antico Egitto, capitale del fritto

Sì, perché se oggi lo street food è considerato un emblema della contemporaneità, in realtà nasce da molto, molto lontano. Ed è alle radici della nostra storia. Presente i baracchini di pesce fritto che ancora oggi si vedono a Roma? Migliaia di anni fa scene simili balzavano agli occhi di tutti gli avventori del porto di Alessandria d’Egitto, uno dei più importanti dell’epoca: chiunque poteva soddisfare velocemente il proprio appetito mangiando una gustosa pietanza di pesce. O degli spiedini di carne. Naturalmente in riva al mare. Questa tradizione si è poi diffusa nei secoli, penetrando anche nell’opulente impero romano.

Sulle strade di Pompei

Basti pensare ai resti e alle testimonianze di Pompei: qui le tabernae si affacciavano sulla strada e avevano dei banconi di pietra ai quali appoggiarsi per trangugiare il cibo caldo pronto da mangiare. C’erano dei contenitori che esponevano in bella mostra i “piatti del giorno” e il popolo, che trascorreva le giornate fuori casa, spesso mangiava a questi deschi: dei veri e propri street food per chi aveva poche monete in tasca.

Un tuffo nel Medioevo (e oltre)

Insomma, nel corso della storia il cibo da strada si è legato indissolubilmente agli appetiti e alle necessità della plebe. Se i signori medioevali mangiavano con tutti gli agi nelle loro case (e le pietanze erano di ben altro livello); garzoni e facchini non avevano neanche le posate. Per questo in Francia nascono i “pates” o “pastes”: torte farcite contenenti carni stufate o verdure da mangiare con le mani, pronti a diventare timballi, sformati e torte salate di ogni genere. La stessa filosofia è alla base della “pie” anglosassone: la torta salata ripiena diventata il pasto preferito da minatori e operai durante la rivoluzione industriale. Senza dimenticare il fish and chips: anch’esso servito nei baracchini ambulanti nell’800 e citato anche da Charles Dickens nel suo Oliver Twist del 1838.

Lo street food ai giorni nostri

L’ascesa della borghesia, l’arricchimento della classe media e i nuovi costumi hanno piano piano allontanato nel Novecento le persone dalla strada. E dal cibo di strada. Ma oggi lo street food è tornato finalmente on the road: per non perdere le nostre tradizioni gastronomiche, per riscoprire l’arte del mangiare bene con pochi ingredienti e, perché no, rivivere un po’ della nostra storia passata.


 

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